Se vi dicessi:"CIO’ CHE È ESPRESSO, È IMPRESSO"
Quale sarebbe il vostro primo pensiero?
“Esprimere” dal latino exprimĕre: manifestare a parole i propri pensieri.
Ciò che esprimiamo a parole si fissa nella nostra mente, nel nostro spirito e nel nostro corpo.
Attraverso le parole che esprimo genero un’energia che si propaga in me ed intorno a me facendo “vibrare” anche chi mi circonda.
Diversamente resta solo un pensiero che circola nella testa come un cavallo indomabile.
Come qualcuno che ci continua a parlare all’orecchio senza averne il permesso.
Perché esprimendolo si fissa in noi?
Perché quest’azione rende “visibile” ai nostri occhi ciò che prima era inespresso, celato, implicito. Ci dona una nuova coscienza di quanto era nascosto dentro di noi.
E cosa ci consente di fare questo apparente semplice passaggio?
Di agire in maggiore “integrità” con noi stessi.
Parliamo d’Integrità quando le tre dimensioni, quella relativa a ciò che penso, a ciò che dico e a ciò che sento, sono perfettamente allineate in noi.
Del resto Socrate diceva anche:“La domanda è possibile quando la risposta è già presente”.
Direi che questo completa meglio i benefici che si ottengono nel lasciare agire il nostro corpo liberamente (per esempio in uno spazio di rappresentazioni tridimensionali) perché sicuramente, se non forzato, esso manifesterà ciò che nel profondo sappiamo già di poter ammettere a noi stessi anche se a volte teniamo questa informazione celata dentro di noi perché abbiamo la percezione di dover rimanere leali al nostro sistema familiare.
Come posso scalare una montagna se prima non ne ammetto l’esistenza?
Se prima non la “vedo” davanti a me?
E perché prima ne negavo l’esistenza?
Nell’ammettere che quella montagna è davanti a noi, ci doniamo la possibilità di scegliere se e come scalarla, quale attrezzatura portare con noi, quali risorse mettere in campo per raggiungere la vetta.
Vi è coerenza in ciò che manifesto verbalmente rispetto a ciò che agisco successivamente.
La vita è un viaggio alla scoperta di sé stessi e farlo restando coerenti con ciò che si sente, vedendo ciò che realmente è da una “finestra” di piena coscienza, esprimendo a sé stessi ciò che solitamente rimane celato in un cassetto della nostra anima, lo rende un viaggio ancora più affascinante.
Quando si dice una verità a voce alta poi bisogna affrontarla.
Sarà forse per questo che spesso la si reprime?
E oggi la domanda è: sei pronto a dirtelo a voce alta?
Articolo a cura di Marta Badella
parentAbiliter, Life-Coach Sistemico, Coordinatore genitoriale
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