Il bosco, i sentieri, i laghi.
Mi piacciono i sentieri che si aprono nei boschi, ho i miei preferiti, tutti hanno un minimo comune denominatore, sono metafora della vita.
Un sentiero ha dei passaggi semplici, piani, poi inizia ad avere delle curve e a snodarsi tra rami fitti a volte spinosi, poi si riapre per tornare completamente libero e aperto, e dopo un po' ti presenta delle buche su cui tu puoi cadere, inciampare per poi ripartire… a volte un fiume lo attraverso e puoi bagnarti o scivolare, a volte entra in un bosco cosi fitto che devi aprirti la strada e trovare soluzioni.
Non è come camminare il percorso della vita?
Quello che è importante è: dove poni il tuo sguardo?
Ti fissi sulla buca, sul fiume, sul ramo che ti colpisce o sulla bellezza del tutto e della magnificenza della natura?
Ti sei mai accorto che in ogni istante, ad ogni respiro provi sensazioni piacevoli, spiacevoli e neutre?
Quali sei abituato a scegliere?
Mentre cammini nel bosco e inciampi nella buca, ti accorgi che magari c’è un ramo vicino a te a cui ti puoi aggrappare e non cadere e che nello stesso momento il cielo è azzurro e un raggio di sole infrange le foglie colorate degli alberi del bosco?
Eh già è proprio cosi?
Questo è un altro insegnamento appreso, mentre la mia gamba sinistra manifesta un dolore io lo accolgo e osservo nel corpo se c’è un punto in cui c’è più leggerezza e li porto la mia consapevolezza, attenzione e respiro affinché tutto il corpo vibri di quella qualità.
Ogni istante possiamo scegliere se seguire la tristezza, il dolore, l’infelicità o seguire la gioia, la bellezza, la felicità.
Se non lo avete ancora fatto, provate a leggere “The sunlit path”, troverete tanti spunti sul tema!
È un libro, un viaggio scritto da Mirra Alfassa conosciuta come Mère o The Mother, mistica spirituale indiana.
Ecco alcune parole di Mère, dal libro “Two Paths of Yoga”:
Ci sono due sentieri dello Yoga, uno di tapasyā (disciplina) e l’altro il surrender. Il sentiero di tapasyā è arduo. Qui ci si affida esclusivamente a se stessi, si procede con le proprie forze. Si sale e si raggiunge secondo la misura della propria forza. C’è sempre il pericolo di cadere. E una volta che si cade, si giace spezzati nell’abisso e non c’è quasi rimedio. L’altro sentiero, quello del surrender, è sicuro e protetto. È qui, però, che gli occidentali trovano le loro difficoltà. Gli è stato insegnato a temere ed evitare tutto ciò che minaccia la loro indipendenza personale. Hanno assorbito con il latte materno il senso dell’individualità. E arrendersi significa rinunciare a tutto questo. In altre parole, si può seguire, come dice Ramakrishna, il cammino del cucciolo di scimmia o quello del cucciolo di gatto. Il cucciolo di scimmia si aggrappa a sua madre per essere portato in giro e deve rimanere saldo, altrimenti se perde la presa, cade. D’altra parte, il gattino non si tiene alla madre, ma è tenuto dalla madre e non ha paura né responsabilità; non ha altro da fare che lasciare che la madre lo tenga e gridare ma ma.
Ecco alcune parole di Satprem, suo discepolo:
Ci sono due sentieri, diceva Sri Aurobindo, il sentiero dello sforzo e il sentiero illuminato dal sole. Il sentiero dello sforzo è ben noto. È quello che ha presieduto a tutta la nostra vita mentale, perché cerchiamo di raggiungere qualcosa che non abbiamo o pensiamo di non avere. Siamo pieni di desideri, di buchi dolorosi, di vuoti da riempire. Ma il vuoto non viene mai riempito. Non appena viene riempito, se ne apre un altro che ci attira in un’altra ricerca. Siamo come un’assenza di qualcosa che non riesce mai a trovare la sua presenza, se non in rari sprazzi, che svaniscono immediatamente e sembrano lasciare un vuoto ancora più grande. Possiamo dire che ci manca questo o quello, ma in realtà ci manca una cosa, ed è il sé: C’è un’assenza di sé. Perché ciò che è veramente sé è pieno, poiché è.
Ho dato al mio centro olistico il nome “Il Sentiero Soleggiato” proprio dopo aver letto questo libro.
Quale libro o maestro ha ispirato la tua vita e il tuo cambiamento? Raccontamelo nei commenti!
Articolo a cura di Prem Siri K. Facilitatore di Discipline Evolutive, Insegnante di Yoga e Meditazione, Sat Nam Rasayan Healer, parentAbiliter.
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